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Vermifugo, quando utilizzarlo?

Una delle domande che più spesso viene posta al veterinario durante un consulto è proprio questa: “ogni quanto devo sverminare il mio cane?”.

Appare dunque chiaro che la preoccupazione per la presenza dei parassiti intestinali sia molto sentita, così come le modalità di trattamento.

 Le parassitosi intestinali sono eventi molto comuni nei cuccioli e meno negli adulti. Sebbene in questi ultimi decorrano spesso in maniera asintomatica o con lievi manifestazioni, nessuna parassitosi andrebbe mai trascurata, non solo per il rischio sull’animale ma anche, se presente, per quello di zoonosi (trasmissione all’uomo).

Non dimentichiamo poi che l’infestazione parassitaria può riguardare vari distretti quali polmoni, vasi, cuore, fegato, cervello, con conseguenze  potenzialmente gravi.

Cosa è il vermifugo?

Col termine  generico di vermifugo ad uso farmacologico, indichiamo un farmaco contenente  una o più molecole ad azione antiparassitaria che non sia però nocivo per l’animale.

Come in ogni altro ambito, anche in quello delle malattie parassitarie riscontriamo dei limiti di applicazione.

Uno dei limiti principali legato al trattamento antiparassitario è dato dalla sensibilità specifica di un parassita  ad una determinata molecola, dunque un farmaco può andar bene per uno ma non per l’altro parassita.

Altro limite è dato dal fenomeno delle resistenze, oggi sappiamo infatti che anche i parassiti si “adattano” a determinate molecole, in passato considerate efficaci. Non meno importanti sono i rischi di tossicità specifica di razza o specie. 

Ogni quanto dobbiamo trattare i nostri pet?

Quando parliamo di parassiti intestinali negli animali in età neonatale/pediatrica, le linee guida consigliano di trattare il cucciolo con prodotti commerciali dedicati, già a 2 settimane di vita e ripetere il trattamento con l’intervallo di tempo indicato dal produttore, mentre si può trattare il gattino a 3-5 e 7 settimane.

Prima di iniziare ogni trattamento è bene consultarsi con il medico veterinario così che questi possa valutare le condizioni di salute idonee al trattamento stesso. 

Per quanto riguarda gli animali adulti invece, le linee guida consigliano di procedere con 4 trattamenti annui (ogni 3 mesi) o in alternativa con un esame delle feci mensile

Tali indicazioni sono chiaramente riferite ad un contesto europeo dove, la diffusione di parassiti più o meno pericolosi, può variare sensibilmente da un territorio all’altro dal rischio soggettivo: un cane che vive unicamente in appartamento ad esempio, avrà un rischio sensibilmente inferiore rispetto ad un cane da caccia che pratica regolarmente la sua attività.

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