
La tracheobronchite virale del cane è una malattia sostenuta da virus parainfluenzali caratterizzata da elevata contagiosità e bassa virulenza. E’ tipicamente manifesta in aree ad elevate densità di popolazione come i canili, le pensioni, le mostre ecc, ma può essere contratta anche in ambienti meno affollati (parchi, centri sportivi, ecc.. ).
Come si evolve la malattia?
La malattia è normalmente autolimitante con decorso benigno, sebbene infezioni batteriche secondarie possano complicarne il decorso, dando vita a forme multifattoriali di entità più severa che necessitano di un approccio farmacologico. I sintomi sono caratterizzati da tosse improvvisa e spesso molto aggressiva, che insinua nel proprietario il dubbio di una sub-ostruzione delle vie aeree come se un corpo estraneo fosse incastrato nella gola. La diagnosi si basa sulla visita clinica ed eventuali approfondimenti diagnostici quali emocromo e radiografie della regione del collo e del torace, se necessari. Considerato l’andamento autolimitante la terapia è limitata al controllo del sintomo e solo in caso complicazioni si opterà per un approccio farmacologico più complesso.
Come si previene la tracheite virale?
La prevenzione consiste nel limitare la frequentazione di luoghi sovraffollati e nell’isolamento dei soggetti che manifestano i sintomi. Per quanto riguarda l’immunizzazione vaccinale, è presente nei protocolli standard (vaccini CORE) un vaccino attivo contro il virus della parainfluenza, ed è inoltre disponibile un vaccino vivo nei confronti di bordetella bronchiseptica, il batterio maggiormente coinvolto nelle complicazioni batteriche secondarie o più raramente primarie, consigliato quando il cane frequenta ambienti a rischio. Tuttavia questi protocolli non sono sempre sufficienti a prevenire la malattia, perché i patogeni che la causano possono essere diversi rispetto al target vaccinale.